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La Bce lascia i tassi fermi a zero

Pubblicato il 25/07/2020
La Bce lascia i tassi fermi a zero

Nessun cambio di rotta. La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse. Il tasso principale è ancora fermo a zero; il tasso sui depositi rimane a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali è pari allo 0,25%. È quanto comunicato dalla Bce dopo l’ultima riunione di politica monetaria. 

Per chi volesse saperne di più, Segugio.it ti dà la possibilità di consultare l’osservatorio tassi: l’obiettivo è quello di aggiornare i clienti sull’andamento dei tassi di riferimento EurirsEuribor e Bce. Il valore dei tassi di riferimento è strettamente legato alle oscillazioni dei mercati finanziari e subisce variazioni ogni giorno.

Ancora una volta l’Eurotower ha confermato pure la sua attenzione a tutte quelle che sono le operazioni di emergenza. Primo tra tutti il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp) per un totale di 1350 miliardi di euro. Si tratta di un piano finalizzato ad assicurare maggiore liquidità e a contrastare gli effetti dell’emergenza coronavirus. Si è arrivati a 1350 miliardi di euro da 750 miliardi. “Gli acquisti saranno condotti in maniera flessibile, nel tempo, per i diversi tipi di asset e tra diverse giurisdizioni”, comunica la Bce nella dichiarazione al termine della riunione.

Il programma durerà almeno fino a giugno 2021. La Banca Centrale Europea, guidata da Christine Lagarde, ci tiene infatti a ribadire che potrebbe anche durare più a lungo e “in ogni caso fino a quando il Consiglio riterrà che la fase legata alla crisi coronavirus non sia finita". Precedentemente la scadenza degli interventi era stata fissata per il mese di dicembre 2020. A strizzare l’occhiolino all’espansione del programma Pepp di ulteriori 600 miliardi di euro sono stati pure i membri del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.

Nel corso dell’ultima riunione di politica monetaria è stata anche confermata la politica di reinvestimento dei titoli in scadenza almeno fino alla fine del 2022. La Bce ha comunicato che andrà inoltre avanti con gli acquisti del programma da 20 miliardi mensili, a cui si sommano interventi supplementari da 120 miliardi entro fine 2020. 

Il programma mensile continuerà finché necessario a supportare gli effetti della sua politica sui tassi. D’altra parte il Consiglio direttivo si dichiara pronto a modificare o adeguare i suoi strumenti nel caso di necessità.

Recovery Fund: il commento della Lagarde

A prendere la parola, durante la conferenza stampa indetta dopo il Consiglio direttivo, è stata la numero uno della Banca Centrale Europea. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha sottolineato una ripresa dell’attività economica nell’Eurozona nel mese di maggio. Una risalita importante, ma che non può essere definita omogenea. Il crollo è stato forte ed è stato registrato soprattutto nel mese di aprile, complici l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown.

La Lagarde afferma che la situazione economica, nonostante un primo segnale di ripresa, presenta ancora "un livello che resta ben al di sotto di quello pre-Covid con prospettive altamente incerte per il Consiglio direttivo della Bce". Da qui la necessità - secondo il presidente della Banca Centrale Europea - di ampi interventi di sostegno per sostenere la ripresa economica e per salvaguardare la stabilità dei prezzi.

Christine Lagarde ha fatto sentire la sua voce pure pochi giorni prima del vertice europeo sul Recovery Fund: "So per esperienza, avendo partecipato a molti vertici europei, che a Bruxelles le cose richiedono tempo ed energia. Ma penso che molti leader europei siano perfettamente consapevoli della necessità di non perdere tempo e dare al mondo il segnale che in Europa c'è un consenso e una determinazione a sostenersi con un accordo valido e ambizioso”. Il presidente della Bce aveva già detto all'Eurogruppo che era necessario essere rapidi, flessibili, ma anche estesi.

Pochi giorni dopo i leader europei hanno raggiunto l'accordo sul Recovery Fund e il Bilancio Ue 2021-2027. Il negoziato è durato quattro giorni. Il fondo ha una dotazione di 750 miliardi, di cui 390 di sussidi.

A cura di: Tiziana Casciaro

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