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La BCE lascia fermi i tassi: cosa cambia per il mercato dei mutui?

La Banca Centrale Europea si ferma e lascia i tassi di interesse invariati, con il tasso sui depositi al 2 per cento. La forbice tra mutuo a tasso fisso e a tasso variabile potrebbe dunque aprirsi ulteriormente, a favore di quest'ultimo nei prossimi mesi.

Pubblicato il 29/07/2025
christine lagarde bce
La BCE lascia invariati i tassi di interesse

Dopo otto tagli al costo del denaro, la BCE ha deciso di fermarsi e di lasciare il tasso sui depositi al 2,00%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%. È quanto è stato deciso durante l’ultima riunione del 25 luglio scorso.

In attesa di capire le prossime mosse e come evolverà l'andamento dell’inflazione, il mercato dei mutui casa vede avanzare il tasso variabile tra i consumatori. Questi finanziamenti iniziano a mostrarsi più convenienti dopo essere stati messi all’angolo negli ultimi anni.

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Lagarde: panorama eccezionalmente incerto

“L’inflazione oggi è pari al nostro obiettivo di medio termine del 2% e siamo determinati a mantenere il costo del denaro su questi livelli. Il Consiglio Direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per stabilizzare l’inflazione e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria – ha dichiarato Christine Lagarde, numero uno all’Eurotowel. L’economia si è dimostrata resiliente nel primo trimestre ed è cresciuta più delle attese, grazie anche alla spinta dei consumi. Inoltre, la disoccupazione è vicina ai minimi dall’introduzione dell’euro. Il panorama, però, rimane eccezionalmente incerto, a causa soprattutto delle tensioni commerciali”.

Per la presidente della BCE, i rischi della crescita restano orientati al ribasso e anche per questo le imprese si mantengono caute sugli investimenti. “Prima si risolveranno le tensioni commerciali, minore sarà l'incertezza che dovremo affrontare e questo sarà accolto con favore da tutti gli attori economici, noi compresi”, ha aggiunto, sottolineando che sul fronte della politica monetaria non c’è un percorso predeterminato sui tassi. “Decideremo meeting dopo meeting, sulla base dei dati disponibili”, ha concluso Lagarde.

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Stop ai tagli della BCE, cosa cambia per i tassi dei mutui

A seguito della decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e a 30 anni dovrebbe al momento restare sui livelli attuali anche nelle prossime settimane.

L’Osservatorio Mutui di Segugio.it rivela che a luglio il valore medio registrato si attesta al 2,63%, in linea con quello dello scorso mese e oltre un punto percentuale inferiore rispetto a gennaio 2025, quando era pari al 3,71%.

Se prendiamo in esame un mutuo a tasso variabile da 180mila della durata di 20 anni, rispetto a inizio anno, la rata mensile è passata da 1.063 a 965 euro. Si registra dunque un risparmio di 98 euro al mese e una spesa sull’intera durata del mutuo di oltre 23.500 euro inferiore.

Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, questo mese la forbice rispetto al variabile si è aperta ancora, con il TAN medio che si attesta al 3,14%. Il valore risulta più alto rispetto al mese scorso, quando era al 3,05%. Sul finanziamento considerato in precedenza, la rata mensile ammonta a 1.011 euro, ovvero 46 euro in più rispetto a quella del tasso variabile, per una spesa complessiva superiore di quasi 11mila euro.

Guardando al futuro, Segugio.it stima un’ulteriore discesa dell’Euribor fino al secondo trimestre del 2026, quando i valori si dovrebbero attestare attorno a quota 1,70%. La forbice tra le due tipologie di finanziamento potrebbe dunque aprirsi ulteriormente, a favore del tasso variabile nei prossimi mesi.

Le offerte di mutuo prima casa a tasso variabile:

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Banco BPM 2,70% € 405,39 2,94%
Credem 2,60% € 400,44 2,97%
Crédit Agricole Italia 2,68% € 404,54 3,01%
UniCredit 2,82% € 412,06 3,09%
Banco di Desio e della Brianza 2,93% € 417,68 3,22%
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A cura di: Alessio Santarelli

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