Tempi più lunghi per vendere casa nel 2024
Ancora una volta Bologna e Milano si confermano le città più veloci, rispettivamente con 68 e 72 giorni, in aumento di 18 e 17 giorni rispetto a un anno fa. In controtendenza Palermo che, con 132 giorni, è la città in cui occorre più tempo per vendere una casa.

Oggi occorre più tempo per vendere casa. Le trattative messe in campo dagli acquirenti sono decisamente più lunghe. La conferma arriva da un’analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa. Nelle grandi città si è passati da 104 giorni di gennaio 2023 a 108 giorni di gennaio 2024. Quest’anno, dunque, per concludere una compravendita servono quattro giorni in più.
Palermo è la città più lenta
È Palermo la città in cui si registrano tempistiche più lunghe. La media per vendere casa nel capoluogo siciliano è di 132 giorni. Al secondo posto si piazza Bari con 126 giorni. Si confermano, invece, ancora una volta Bologna e Milano come le città più veloci, rispettivamente con 68 e 72 giorni e un aumento di 18 e 17 giorni rispetto a un anno fa. Tempi di vendita celeri anche nell’hinterland di Napoli, dove per vendere casa servono in media 115 giorni. Un andamento positivo che migliora di 10 giorni rispetto allo scorso anno grazie anche al boom legato alle compravendite di case vacanza. Buone performance infine per l’hinterland di Milano, dove le trattative per una compravendita si concludono in genere in 118 giorni e per quello di Firenze dove la media è invece di 120 giorni.
L’analisi di Tecnocasa si è concentrata anche sui capoluoghi di provincia. Qui chi decide di vendere casa deve prendere in considerazione una media di circa 131 giorni. Un dato stabile rispetto a un anno fa quando precisamente ne servivano 130 di giorni. Il dato risulta in peggioramento, dunque, soprattutto nelle grandi città italiane dove le compravendite hanno subìto una flessione legata anche a una maggiore prudenza da parte dei potenziali acquirenti.
Aumentano le richieste di mutuo nel 2024
I mutui sono in ripresa in questa prima parte del 2024. Nel solo mese di marzo, secondo un’indagine CRIF, la domanda di prestiti ipotecari ha messo a segno un aumento del +7%. Il mercato del credito al consumo sta vivendo un periodo più favorevole, caratterizzato anche da una stabilizzazione dell’importo medio. Nel primo trimestre dell’anno ammonta a circa 144.000 euro.
In particolare, sono le richieste di mutui prima casa a conquistare la leadership nel secondo trimestre dell’anno. Secondo l’ultimo Osservatorio Mutui di Segugio.it le domande rappresentano il 56,8% del campione esaminato. Al secondo posto le surroghe che coprono il 32,5% del totale e a seguire gli acquisti seconda casa con una percentuale del 7,7%.
È il tasso fisso la scelta più gettonata tra gli italiani. Nel secondo trimestre dell’anno le richieste sono arrivate a coprire il 99,3% del totale. Gli italiani preferiscono non ricevere sorprese e pagare rate costanti dal primo all’ultimo mese in modo da poter pianificare la spesa. I mutui a tasso fisso sono pensati proprio per chi non vuole correre rischi legati alle oscillazioni dei mercati finanziari. I mutuatari conoscono con precisione l’ammontare di ogni rata e il costo totale del finanziamento sin dalla stipula del contratto.
Il discorso cambia per i mutui a tasso variabile, dove invece il tasso di interesse cambia a seconda delle fluttuazioni dei mercati. Può accadere che la rata mensile aumenti così tanto da rendere insostenibile la spesa per i mutuatari. Al contempo, però, con un mutuo a tasso variabile si può beneficiare anche di possibili diminuzioni dei tassi di interesse di mercato. Questi finanziamenti sono indicati per chi non teme eventuali rincari nel corso del tempo.
Chi oggi ha intenzione di comprare casa può affidarsi al comparatore gratuito di Segugio.it e confrontare i migliori preventivi per un mutuo tasso fisso o un mutuo tasso variabile tra le offerte proposte dalla banche partner.
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