Meno vincoli per gli affitti brevi: cosa cambia per i proprietari degli immobili
Nel corso degli ultimi due anni vi è stata una stretta normativa verso gli affitti brevi. Il Consiglio di Stato ha bocciato un verdetto del Tar della Lombardia, che aveva “erroneamente riconosciuto” al Comune di Sirmione di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica.

Dopo una lunga stretta normativa, una sentenza promette di rilanciare gli affitti brevi. Una pronuncia che merita di essere analizzata con attenzione, considerato anche il calo dei tassi di interesse che accresce l’appeal degli acquisti immobiliari.
La sentenza del Consiglio di Stato sugli affitti brevi
Sia a livello nazionale, che dei singoli comuni, nel corso degli ultimi due anni vi è stata una stretta normativa verso gli affitti brevi, accusati di spingere verso l’alto i costi delle locazioni per i residenti. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha bocciato un verdetto del Tar della Lombardia, che aveva “erroneamente riconosciuto” al Comune di Sirmione di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica.
In particolare, i giudici hanno stabilito l’attività di locazione di immobili, anche a finalità turistica, a patto che venga esercitata in forma non imprenditoriale, cioè “non soggetta a poteri prescrittivi e inibitori della pubblica amministrazione”.
La vicenda trae origine dal ricorso della proprietaria di un immobile nel comune bresciano, che si era vista inibire l’esercizio dell’attività di locazione turistica dal regolamento comunale. La città che si affaccia sul lago di Garda era stata la prima in Italia a dotarsi di regole stringenti per ostacolare chi mette a reddito immobili per le locazioni turistiche.
Cosa succede ora al settore degli affitti brevi?
Va detto che la sentenza riguarda solo il territorio di Sirmione e non può essere applicata altrove, ma è indubbio che da qui in avanti i regolamenti comunali risentiranno di questa pronuncia, dato che altri giudici potrebbero allinearsi al Consiglio di Stato, se chiamati a decidere su situazioni analoghe.
Per i proprietari o gestori di appartamenti riservati agli affitti brevi, che hanno fatto o faranno ricorso al Tar contro le norme imposte dai Comuni, come quello di Firenze, la sentenza potrà essere usata come un precedente giurisprudenziale.
In particolare, i giudici hanno sottolineato che le locazioni turistiche ad opera dei privati non sono equiparabili alle strutture ricettive e all’attività imprenditoriale che, per legge, è definita dalla gestione di un numero di immobili in locazione breve superiore a tre. Pertanto, secondo la normativa della Regione Lombardia, i Comuni non hanno poteri di controllo e vigilanza sulla stipula di contratti di locazione turistica, se al di fuori di un’attività imprenditoriale. La competenza in materia spetta allo Stato.
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La normativa di settore sugli affitti brevi
Il calo dei tassi relativo ai mutui promette di rilanciare il settore degli affitti brevi, che negli ultimi tempi è stato fermato dalla stretta normativa. In tanti, infatti, prendono in considerazione la possibilità di acquistare un immobile e concederlo in affitto, come forma di integrazione del proprio reddito mensile.
Il legislatore nazionale ha imposto dal 1° gennaio 2025 che le strutture ricettive si dotino del Codice identificativo nazionale (Cin). Per farlo occorre collegarsi al sito Internet del ministero del Turismo e identificarsi attraverso il sistema di identità digitale, in modo da richiedere il codice legato alla struttura.
Una volta completato il riconoscimento, occorre presentare – sempre via internet – la richiesta del Cin, accompagnata dai dati catastali dell’unità immobiliare o della struttura. Nelle Regioni dove era già attivo un codice, andrà indicato il codice precedente per il rilascio del nuovo. Una volta completata la procedura, l’utente ottiene la certificazione telematica comprovante il regolare rilascio del Cin.
Le penalità per chi non ottempera alle regole sugli affitti
Chi pubblicizza la propria struttura senza il codice, è punibile con una sanzione fino a 5 mila euro. Insieme con questo vincolo è stato disposto l’obbligo di dotare gli immobili destinati alla locazione breve di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti, nonché di estintori portatili, ubicati in posizioni accessibili e visibili, in particolare in prossimità degli accessi e in vicinanza delle aree di maggior pericolo. Occorre installare un estintore ogni 200 metri quadrati di pavimento o frazione e, comunque, almeno uno per piano.