La BCE taglia i tassi. Ecco le conseguenze su mutui e prestiti
La Banca Centrale Europea ha deciso di tagliare ulteriormente i tassi ufficiali, portando quello sui depositi dal 2,50% al 2,25%. Si tratta della sesta volta consecutiva che l’Eurotower riduce il costo del denaro. Una decisione che porterà benefici a chi chiede mutui o prestiti.

La decisione era probabile, ma non certa. La Banca centrale europea ha deciso di tagliare ulteriormente i tassi ufficiali, portando quello sui depositi al 2,25%. Si tratta della sesta volta consecutiva che l’Eurotower riduce il costo del denaro. Una decisione che porterà benefici a chi chiede mutui o prestiti.
Le ragioni dietro alla decisione di tagliare i tassi
Fino a un paio di settimane fa, la maggior parte degli analisti prospettava tassi stabili, considerato che la guerra commerciale provocherà verosimilmente una nuova ondata inflativa. Tuttavia, la BCE ha deciso di procedere ugualmente per sostenere l’economia dell’area, a fronte del rallentamento in atto.
“Le prospettive economiche sono offuscate da incertezze eccezionali”, ha sottolineato la presidente della BCE, Christine Lagarde, la quale ha segnalato che la decisione del Consiglio direttivo è scaturita “dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria".
L’istituto con sede a Francoforte sottolinea che “il processo disinflazionistico è ben avviato. L'andamento dell'inflazione ha continuato a rispecchiare le attese dei nostri esperti; a marzo sono diminuite sia l'inflazione complessiva sia quella di fondo”.
Detto questo, la BCE non dà indicazioni sul futuro, alla luce delle “condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza”. Dunque, “l'orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.
L’impatto del taglio dei tassi sui finanziamenti
Secondo le analisi di Segugio.it, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni scenderà nelle prossime settimane sotto quota 3,50% per la prima volta dall’inizio del 2023, passando dal 3,69% attuale al 3,44%. Considerando un mutuo da 150 mila euro della durata di 20 anni, questa riduzione si traduce in una rata fino a 19 euro al mese più leggera rispetto a ora, con il pagamento mensile che da 884 passa a 865 euro al mese e un risparmio sull’intera durata del mutuo di oltre 4.600 euro.
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Sorpasso in vista per il variabile sul fisso
Per il momento, il tasso fisso si conferma ancora la soluzione più conveniente, alla luce di un TAN medio che a marzo si attesta al 2,82%, per una rata mensile di 818 euro. Anche a seguito del taglio deciso ieri da Francoforte, la convenienza del mutuo a tasso fisso rimane netta, con una rata mensile più leggera di 44 euro e un risparmio totale di 11.250 euro, anche se già ora tra le migliori offerte di mutuo a tasso variabile è possibile trovare tassi di interesse in linea con quelli medi del fisso.
Infatti, da una rilevazione effettuata il 16 aprile su Segugio.it, risulta che la miglior offerta per un mutuo a 20 anni da 150 mila euro a tasso variabile ha un TAN del 2,84% e una rata di 820 euro al mese, appena 2 euro in più rispetto alla media attuale del tasso fisso.
“Secondo le nostre proiezioni relative all’andamento dei tassi, il riequilibrio tra tasso fisso e variabile potrebbe avvenire entro l’estate: il taglio da parte della BCE nella riunione del 17 aprile favorirà il riavvicinamento”, spiega Matteo Favaro, COO & Managing Director Financial Products di MutuiOnline.it.
“Nelle rilevazioni del 15 aprile, l’indice Euribor a 1 mesi si attesta al 2,21% e quello a 3 mesi al 2,26%, mentre l’IRS a 20 e 30 anni, dopo l’impennata di inizio marzo, sembra essersi stabilizzato sul 2,48 per la scadenza a 30 anni e al 2,64% per quella a 20 anni. La riduzione di 25 punti base porterà i tassi Euribor a calare ulteriormente e, se le banche dovessero ridurre lo spread applicato ai mutui a tasso variabile - che attualmente sono mediamente più alti rispetto a quelli applicati sui tassi fissi - il riequilibrio potrebbe avvenire ancora più velocemente”.