logo segugio.it
Chiama gratis 800 999 555 Chiama gratis 800 999 555

Come si calcola il valore catastale di un immobile?

Imposte derivanti dall’acquisto di un immobile o dalla sua donazione, imposte di successione e IMU: tutte si basano sul valore catastale di un immobile, che costituisce la base imponibile sulla quale verranno poi calcolate le aliquote fiscali. Prima occorre però conoscere la rendita catastale.

Pubblicato il 25/11/2021
modellino di casa sezionato sopra planimetrie e piantine
Il valore catastale è il parametro per il calcolo delle imposte sugli immobili

Quando acquistiamo un immobile, dobbiamo sapere che a questo si attribuiscono due tipi di valore.

Il primo è il valore di mercato, che determina il prezzo di vendita o l’affitto; l’altro è il valore catastale, necessario ai fini del calcolo delle imposte e delle tasse sul bene immobile.

Il valore catastale di un immobile costituisce quindi una base imponibile sulla quale verranno poi calcolate le aliquote fiscali. Più specificamente, il valore catastale è il parametro sul quale si calcolano:

  • IMU (Imposta Municipale Unica);
  • imposte derivanti dall’acquisto di un immobile (di registro, catastali, ipotecarie);
  • imposte derivanti dalla donazione dell’immobile;
  • imposte di successione.

La rendita catastale

Prima di arrivare a calcolare il valore catastale, occorre capire il concetto di rendita catastale, definita dalla legge come “la rendita lorda media ordinaria ritraibile previa detrazione delle spese di riparazione, manutenzione e di ogni altra spesa o perdita eventuale”.

Per conoscere la rendita catastale di un immobile basta richiedere una visura catastale presso l'ufficio territoriale di competenza dell'Agenzia delle Entrate.

Il calcolo della rendita catastale è utilizzato nella determinazione dell’asse ereditario nelle successioni legittime e testamentarie per il calcolo dell’imposta di successione, oltre che per la determinazione dell’ipoteca.

Calcoli e coefficienti

Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale per il coefficiente di rivalutazione indicativo della categoria di classificazione dell’immobile. Per gli immobili della categoria A, C, D, E, è del 5%, per quelli della categoria B è del 40%. Questo valore va poi ulteriormente moltiplicato per un coefficiente variabile che andremo qui a vedere.

Il valore catastale cambia a seconda che si tratti di prima o seconda casa e precisamente corrisponde a:

  • prima casa > rendita catastale X 115,5;
  • fabbricati delle categorie catastali A e C (escluse A/10 e C/1) > rendita catastale X 126;
  • fabbricati della categoria catastale B > rendita catastale X147;
  • fabbricati A/10 e D > rendita catastale X 60;
  • fabbricati di categoria C1 ed E  > rendita catastale X 40,80;
  • terreni non edificabili  > rendita catastale X 112,50.

A partire dal 2006 si sono potuti utilizzare i valori catastali a prescindere dal valore indicato in contratto. La valutazione automatica del parametro è un beneficio per chi acquista o riceve l’immobile, in quanto il valore catastale è di gran lunga inferiore al valore di mercato.

Nel caso in cui l’immobile non sia iscritto in catasto, all’atto di vendita o successione si utilizzerà il valore reale dell’immobile.

Il valore catastale online

Ci sono siti e applicazioni dove è possibile calcolare il valore catastale di un immobile. Il dato della rendita catastale può invece essere recuperato facendo richiesta all’Agenzia delle Entrate, anche online.

Lo stesso valore costituirà poi la base imponibile per il calcolo delle imposte nel caso di acquisto della casa: imposta di registro, catastale e imposta ipotecaria. Ricordiamo che queste imposte sono azzerate per il momento per i giovani under 36 che diventano proprietari di casa, grazie alle agevolazioni introdotte dal Decreto Sostegni bis con una defiscalizzazione per i futuri proprietari che dispongano di un Isee entro i 40.000 euro.

A cura di: Paola Campanelli

Come valuti questa pagina?

Valutazione media: 0 su 5 (basata su 0 voti)

Articoli correlati