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Riforma del catasto, le novità in agenda per il 2026

L'ultima riforma del catasto risale a 32 anni fa. Era il 1989 quando è stata, infatti, attuata la revisione degli estimi catastali. E oggi se ne torna a discutere, fissandola in calendario per il 2026. L'operazione di revisione richiede, infatti, cinque anni.

Pubblicato il 21/10/2021
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Riforma del catasto, tutte le possibili novità

Un’operazione di trasparenza statistica che non farà aumentare le tasse. Con queste parole il presidente del Consiglio, Mario Draghi, definisce la riforma del catasto. Una misura volta a rivedere le rendite e i moltiplicatori senza danneggiare i contribuenti, ma anche finalizzata a far venire a galla gli immobili fantasma. Sono tantissime, infatti, in Italia le abitazioni non censite, gli immobili abusivi o i terreni edificabili che risultano accatastati come agricoli.

Un argomento, quello della revisione del catasto, spesso trattato anche dai vecchi Governi, senza però arrivare a nulla di fatto. In passato se n’è parlato più volte, ma mai è stata attuata una revisione degli estimi catastali dopo il 1989. Oggi l’annuncio della riforma spacca, invece, l’Italia in due parti: da un lato ci sono coloro che sono favorevoli alla manovra che interesserà il mercato immobiliare, dall’altro quelli che si dicono contrari perché temono possa configurarsi come una nuova patrimoniale. Nella schiera del ‘no’ ci sono anche i partiti di Lega e Forza Italia. Per il Movimento Cinque Stelle, invece, la riforma del catasto non rappresenta al momento una priorità per la crescita del Paese.

A stroncare le critiche ci ha pensato comunque l’ex numero della Bce, oggi premier. “Questo governo non tocca le case degli italiani: ho detto fin dall’inizio che non avrei aumentato le tasse. Sono passati sette mesi, non le abbiamo aumentate, ci sono state molte richieste di farlo e abbiamo detto di no. Un po’ di credibilità l’abbiamo acquisita, questo governo non aumenta le tasse”, ha dichiarato il presidente del Consiglio che ha anche sottolineato che l’operazione di revisione richiederà in ogni modo 5 anni. Di possibili decisioni se ne discuterà, dunque, dal 2026.

L’ultima riforma del Catasto porta la data del 1989: sono trascorsi ben 32 anni da allora. Tra il 1996 e il 1997 le rendite catastali sono state innalzate del 5%. Oggi, secondo le prime indiscrezioni, i vani catastali cederanno il passo ai metri quadrati e si giungerà a una semplificazione delle categorie catastali.

Simulazioni sui nuovi valori catastali

A tracciare delle simulazioni ci ha pensato la Uil Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, partendo dai valori Omi (Osservatorio Mercato Immobiliare) sulle compravendite degli immobili aggiornati al secondo semestre del 2020. Secondo lo studio, a livello nazionale e con i nuovi valori catastali, mediamente le rendite aumenteranno del 128,3%, con punte del 189% a Trento, 183% a Roma, 164% a Palermo, 155% a Venezia e del 123% a Milano.

Inoltre dall’indagine della Uil emerge che l’impatto dei nuovi valori sull’IMU sulle seconde case vedrà un aumento medio a livello nazionale di 1.150 euro. Si passerà dagli attuali 896 euro a 2.046 euro. A Roma il rincaro dell’IMU sarà di 3.648 euro: si calcola un passaggio dagli attuali 1.992 euro a 5.640 euro; a Venezia l’aumento sarà di 2.341 euro; a Milano di 2.260 euro. Una prima casa ai fini del calcolo dell’ISEE aumenterà mediamente di 75mila euro con punte di 213mila euro a Roma, di 142mila euro a Milano e Venezia, 99mila euro a Trento, 76mila euro a Palermo.

Per la Uil la riforma del catasto è comunque necessaria per garantire equità nella tassazione sul mattone, ma è importante che non comporti maggiori prelievi, ma solo una ripartizione più giusta del prelievo fiscale sugli immobili. Con quest’operazione, secondo il sindacato, può essere così definitivamente cancellato il paradosso secondo cui una casa di pregio in centro storico ha rendite catastali basse, mentre un appartamento in periferia e costruito da poco ha rendite catastali alte. L’intento della riforma è proprio rivedere i vecchi valori catastali che oggigiorno non corrispondono al valore effettivo degli immobili.

A cura di: Tiziana Casciaro

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