Nuovo catasto e delega fiscale: cosa cambia per le tasche dei cittadini
Per la riforma vera e propria ci vorranno ancora diversi mesi, forse un anno, ma il percorso verso un nuovo fisco, più leggero per i cittadini, ha preso il via. In parallelo con un accordo di massima nella maggioranza relativamente alle regole del nuovo catasto.
Aggiornato il 25/05/2022

Contrasto agli immobili fantasma e all’evasione fiscale, con le somme recuperate che andranno a ridurre le imposte pagate dai cittadini onesti. Il Governo ha 18 mesi di tempo per mettere a punto la riforma fiscale, che poi dovrà essere sottoposta all’esame del Parlamento, con l’auspicio che l’iter autorizzativo non si dilunghi eccessivamente per i contrasti nella maggioranza. Intanto, dopo settimane di scontri e di rumors, è stato raggiunto un accordo di base, per cui il Governo può iniziare il suo lavoro, con lo sguardo vigile dell’Europa, che ha legato i finanziamenti del Pnrr a una vasta opera riformatrice nel nostro Paese.
Un Fisco più semplice
Di “Fisco amico” si parla da tempo, spesso con esiti che non hanno mantenuto le promesse. Questa volta l’esecutivo cercherà di andare oltre gli slogan a cominciare da una semplificazione di procedure e controlli. Dopo che l’ultima legge di Bilancio ha ridotto gli scaglioni Irpef da cinque a quattro, ora si cercherà di scendere a tre aliquote, prevedendo per altro una riduzione dell’imposizione fiscale soprattutto sui percettori di redditi bassi o medio-bassi.
La flat tax al 15% per le partite Iva con un reddito annuo fino a 65mila euro viene confermata e si va verso l’introduzione di uno scivolo per evitare che, appena superata la soglia, si debba entrare nel più gravoso regime ordinario. Sui numeri non vi è ancora certezza, ma probabilmente l’aliquota sarà del 20% fino a 80mila euro.
Intanto c’è l’ipotesi di tornare al cashback (restituzione di parte delle somme spese), ma in modo nuovo. Per contrastare il ricorso al nero da parte dei professionisti, si dovrebbe introdurre un sistema di rimborso immediato per alcune spese, come quelle relative all’ambito sanitario. Già oggi è prevista la detrazione del 19%, ma da far valere in dichiarazione dei redditi, quindi parecchio tempo dopo il momento in cui è stato effettuato il pagamento.
Le incognite sul nuovo catasto
La riforma del catasto, di cui si discute senza esiti da decenni, è il punto che maggiormente ha diviso i partiti che compongono la maggioranza di governo. A parole tutti affermano di voler combattere il fenomeno degli immobili fantasma e le ingiustizie del catasto attuale (spesso capita che i vecchi immobili situati nei centri cittadini abbiano valori più bassi di quelli nuovi della periferia, anche nei casi in cui i primi sono signorili), ma poi nei fatti si fatica a trovare la quadra.
Stando alla delega fiscale, le autorità di controllo si prenderanno oltre tre anni per avere un quadro più chiaro della situazione e da inizio 2026 si partirà con la nuova mappatura relativa a tutti gli immobili e i terreni d’Italia. Per realizzarla, il governo darà a Comuni e Agenzia delle entrate nuovi strumenti per facilitare la rilevazione. La delega prevede anche che l’amministrazione finanziaria e i Comuni possano essere messi in grado di incrociare i dati e soprattutto condividere informazioni e documenti ai fini dell'accatastamento.
L’obiettivo è far emergere i cosiddetti immobili fantasma, abusivi o accatastati con classificazioni differenti rispetto a quelle d’uso reale. Il maggiore gettito atteso servirà a ridurre l’Imu. Stando a quanto ha assicurato il governo, la riforma sarà a saldo zero, anche se non mancano le preoccupazioni in merito al fatto che l’adeguamento dei valori catastali possa portare – magari non subito – a un altro salasso sull’immobiliare.