Niente più stop alla vendita e affitto di case energivore
Non trova attuazione con la nuova direttiva europea il divieto inizialmente previsto di vendere e affittare edifici energivori a partire dal 2027. Resta l'obbligo per gli Stati membri di dentificare il 15% degli edifici con le performance energetiche peggiori al fine di riqualificarli.

Cambiano gli standard di prestazione energetica degli edifici residenziali negli Stati membri dell’Unione europea, che a partire dal 2030 non potranno avere una classe energetica inferiore alla F e per il 2033 dovranno fare un salto ulteriore verso la classe energetica E.
Stessa cosa per gli edifici pubblici e non residenziali, ma con tempi ancora più stretti: dal primo gennaio 2027 dovranno passare almeno alla classe F e dal primo gennaio 2030 dovranno passare alla classe E.
Un provvedimento che riguarda ben 30 milioni di prime case energivore in UE che consumano 2,5 volte in più rispetto ai consumi medi di un edificio, lasciando fuori per adesso le seconde case, gli edifici storici o dedicati al culto e quelli con superficie inferiore ai 50 metri quadri.
Si tratta della nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici o EPDB (Energy Performance of Buildings Directive) presentata lo scorso 14 dicembre con la finalità di arrivare entro il 2040 ad eliminare l’utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici, favorendo così l’adeguamento del patrimonio immobiliare con l’aumento dell’efficientamento energetico.
Lo sforzo congiunto dovrà portare proprio ad adottare un approccio globale e integrato per migliorare l'uso efficiente dell'energia negli edifici sia nuovi che esistenti, residenziali e commerciali e arrivare a rispettare l’impegno di raggiungere la neutralità climatica (o neutralità carbonica, cioè l’equilibrio pari tra le emissioni emesse e l'assorbimento di carbonio), con emissioni zero.
Cosa stabilisce la direttiva europea
Oggetto della direttiva, il consumo di energia degli immobili e il fabbisogno necessario per tre ambiti fondamentali:
- l'isolamento termico;
- il riscaldamento degli ambienti e dell'acqua calda;
- il raffreddamento, la ventilazione e l’illuminazione.
L’obiettivo è arrivare a ridurre le emissioni del 55% e per questo è indispensabile la decarbonizzazione, perché l’85% degli edifici di oggi sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra. Il ruolo degli immobili è dunque centrale, perché sono proprio questi la causa del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico dell'UE.
Tanto più che attualmente in Europa il 75% degli edifici sono vecchi ed energeticamente inefficienti.
Il dietrofront sul divieto di vendita e affitto delle case energivore
La revisione della direttiva sul rendimento energetico dell’edilizia si portava dietro una misura molto severa: il divieto di vendere e affittare case energivore con classi energetiche molto basse.
Nella versione definitiva della EPDB, l’adeguamento delle classi energetiche degli edifici rimane, ma cade il meccanismo sanzionatorio che obbliga all’adeguamento della classe energetica per l’immissione sul mercato immobiliare. Questo avrebbe messo a rischio circa 20 milioni di edifici in Italia, visto che il nostro patrimonio immobiliare conterebbe 12,6 milioni di case in classe G e 8,9 milioni in classe F.
La Commissione europea dà dunque ascolto alle preoccupazioni degli Stati membri e corregge la bozza iniziale nella parte della stretta sulle classe energetiche, ma introduce un nuovo obbligo per gli Stati membri, che dovranno identificare il 15% degli edifici con le performance energetiche peggiori al fine di riqualificarli nel rispetto delle scadenze temporali previste dalla prima bozza della direttiva.
Come migliorare la classe energetica di un immobile
La classe energetica di un immobile è riportata nell’APE, il documento obbligatorio per legge anche per ottenere il certificato di agibilità di un edificio, che deve essere sempre redatto da un certificatore energetico.
Per cambiare la classe energetica è possibile intervenire in tre principali modi:
- sostituire i vecchi impianti di riscaldamento, raffreddamento e produzione di acqua calda;
- lavorare sull’involucro della casa;
- installare un impianto per la produzione di energia da fonti alternative.
Tutte queste aree di intervento rientrano nei lavori “portanti” che consentono di usufruire del Superbonus 110%, l’ormai popolare maxi-detrazione che consente di recuperare la totalità dei lavori fatti in casa qualora questi contribuissero a fare un salto di due classi energetiche.
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