Mutui più salati, la carta dei comparatori
Il tasso medio sui mutui è arrivato al 3,23%, con il rialzo che appare destinato a proseguire alla luce della stretta in atto da parte della Banca Centrale Europea. Uno scenario che suggerisce un supplemento di attenzione nell'analisi delle diverse offerte a disposizione.

La tendenza alla normalizzazione dei tassi da parte della Bce comincia a farsi sentire sulle condizioni praticate dalle banche a chi richiede un finanziamento per l’acquisto di un immobile. Anche se, rispetto alle medie storiche, i tassi restano accessibili ed è possibile ottenere condizioni di favore mettendo a confronto le varie opzioni presenti sul mercato.
L’indagine di Bankitalia
Secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese di novembre alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, si sono attestati al 2,88%. Si tratta di un dato in sensibile crescita rispetto al 2,65% di settembre, per quanto lontano dalla due cifre percentuali di qualche lustro fa. Guardando in prospettiva, c’è da attendersi un ulteriore rialzo dei tassi anche nelle prime riunioni del 2023.
In base alle stime del Codacons, "considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l'importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l'acquisto di una casa, la rata mensile è salita ad ottobre tra i 40 e i 50 euro per effetto del nuovo aumento dei tassi deciso dalla Bce.
L’importanza della comparazione
Detto questo, resta sempre che si possono ottenere importanti risparmi rispetto al tasso medio facendo ricorso a un comparatore, che confronta le diverse offerte presenti sul mercato.
Secondo l’ultimo Osservatorio Mutui curato da MutuiOnline.it, il tan medio del variabile (calcolato sulle erogazioni tramite canale online) si è attestato al 2,68%, ma a fronte della migliore offerta che non ha superato l’1,10%. Dunque, investire un po’ di tempo per mettere a confronto le varie opzioni è tutt’altro che sprecato. Lo stesso vale per il fisso, con le condizioni migliori al 2,65% e il tasso medio al 3,72%.
Tra l’altro, negli ultimi giorni si è verificato un fatto inedito con l’Eurirs a 30 anni (parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso) che è sceso al di sotto dell’Euribor a 6 mesi (uno dei parametri a tasso variabile), rispettivamente intorno al 2% e al 2,5%. Uno scenario frutto della prospettiva di nuove strette da parte della Bce, che non si verificava dal 2008, che rende conveniente per molti mutuatari la surroga dal variabile al fisso, anche per una questione di sicurezza in vista delle nuove strette in arrivo.
E così, scorrendo la ricerca di MutuiOnline.it, si scopre che a novembre le surroghe arrivano a un terzo dei mutui richiesti da meno di un quinto del terzo trimestre. Un balzo in avanti che appare motivato proprio dal restringimento dello spread variabile e fisso, oltre che dalla consapevolezza che il primo crescerà ancora a fronte di nuovi rialzi (quasi certi) da parte della Bce nei mesi a venire. Di conseguenza perdono valore le altre finalità, dalla prima casa, che scende di dieci punti a poco più del 57%, alla seconda casa (6,1% delle richieste totali), dalla ristrutturazione (2,7%) al consolidamento e liquidità (1,6%). Tendenze che, per quanto detto sulle prospettive dei tassi ufficiali, sono destinate a rafforzarsi nelle prossime settimane.
Prevalgono le scadenze intermedie
Quanta alla durata, non si riscontrano grandi differenze rispetto al terzo trimestre, con la media che resta intorno ai 24 anni, mentre l’ammontare del finanziamento richiesto scende di tre decimali a poco più di 137mila euro.