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Mutui green in crescita: oltre quota 50% nel 2050

Anche le banche possono svolgere un ruolo chiave nel processo di transizione energetica, favorendo sia la compravendita che la ristrutturazione di immobili green ed efficienti. A favorire questo trend ci sono i mutui green, offerti dalle banche a condizioni vantaggiose.

Pubblicato il 01/08/2024
casa fatta di siepe verde su un foglio con disegnato il progetto di una casa
Cresce la quota di mercato dei mutui green

Guadagnano sempre più terreno e sono destinati a coprire la metà delle erogazioni totali nel 2050. Stiamo parlando dei mutui green, finanziamenti pensati per acquistare immobili ad alta efficienza energetica o per intervenire in casa con lavori di riqualificazione energetica (per calcolare il costo di un mutuo green puoi andare su MutuiOnline.it). A delineare gli scenari futuri ci ha pensato CRIF, nell’ambito del proprio ESG Outlook - Osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili. Dalla ricerca si evince che i mutui verdi potrebbero arrivare a rappresentare dal 24% al 30% del mercato nel 2030 e oltre il 50% delle erogazioni totali nel 2050.

Questi prestiti ipotecari sono ricercati anche per la loro convenienza economica, complici i tassi di interesse più vantaggiosi. Secondo l’ultima rilevazione mensile di Segugio.it, se si fa riferimento a tassi medi dei mutui a 20 e 30 anni, a giugno i mutui green si sono attestati al 2,89% contro il 3,26% degli altri nell’opzione fissa e al 4,55% contro il 5,04% in quella variabile. Un dato che sottolinea la maggiore attrattività sul mercato degli immobili ad elevata efficienza energetica, più semplici da rivendere, e a un prezzo più alto, in caso di difficoltà per il mutuatario. E la percentuale di crescita di questi mutui è destinata ancora a crescere. L’intento è tutelare l’ambiente e favorire l’ammodernamento del patrimonio immobiliare presente sul nostro territorio.

L’analisi di CRIF ha così preso forma dai dati del Green Asset Ratio (GAR) pubblicati dalle maggiori banche italiane: è stato dunque preso in considerazione l’indicatore chiave che misura l’allineamento delle attività bancarie con la Tassonomia Europea per la finanza sostenibile ed è stato riscontrato come i prestiti garantiti da immobili residenziali rappresentino circa il 90% del totale che le banche possono utilizzare nell’elaborazione del GAR e che la maggior parte (66%) è già in linea con le regole europee per la finanza verde.

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Più gli immobili ad alta efficienza

Al momento, così come certificato dai dati SIAPE e CRIF, solo il 4% degli immobili residenziali italiani è in classe energetica A. Tuttavia, un dato rassicurante in termini di efficientamento energetico c’è: oltre il 40% degli immobili ristrutturati nel 2023 è stato portato alla classe energetica A, mentre le nuove costruzioni sempre in questa classe superano il 90%.

Secondo le proiezioni di CRIF, gli incentivi governativi e l’andamento macroeconomico potranno fare la differenza ed avere un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi green posti dall’Unione Europea. Tra le ipotesi più ottimistiche c’è quella che prevede un aumento significativo degli immobili in classe A, raggiungendo una quota del 14% nel 2030 e del 37% nel 2050 sul totale degli immobili.

Ad incoraggiare questo processo di efficientamento energetico possono essere anche le banche. Gli istituti bancari possono infatti facilitare la compravendita e la ristrutturazione di immobili green e più efficienti dal punto di vista energetico.

Cosa prevede la Direttiva Case Green?

La Direttiva Case Green punta a incentivare la riqualificazione energetica in ogni Stato membro degli immobili residenziali e non residenziali dal 2030. Previste alcune scadenze intermedie, quali:

  • dal 1° gennaio 2030 tutti gli immobili (residenziali e non) di nuova costruzione devono essere a emissioni zero;
  • per gli immobili residenziali esistenti è prevista una riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e una riduzione del 20-22% entro il 2035. Va assicurato almeno il 55% della riduzione di consumo medio di energia primaria attraverso la ristrutturazione di edifici a bassa prestazione energetica;
  • per gli immobili non residenziali esistenti è prevista una riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e una riduzione del 26% entro il 2033.
A cura di: Tiziana Casciaro

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