Cresce la voglia di cambiare casa
Gli italiani tornano a cercare casa in massa. È quanto emerge da una rilevazione della Fimaa, che indica due ragioni su tutte alla base di questa tendenza: da una parte la crescita continua dei canoni di locazione, dall'altro il primo calo nei tassi dei mutui.

Le tante sorprese che hanno caratterizzato gli ultimi anni suggeriscono di non lasciarsi andare a previsioni di lungo termine, o forse è vero proprio il contrario. Cioè che ormai tra le famiglie, un po’ come già da tempo evidente tra gli investitori finanziari, si sta sviluppando una resilienza in grado di reagire alle difficoltà. Sta di fatto che, secondo l’ultima Indagine sul Mercato Immobiliare Residenziale, realizzata da Fimaa-Confcommercio, gli italiani stanno riprendono a pianificare l’acquisto della casa e questo costituisce un segnale di fiducia verso il futuro non si poco conto.
C’è ottimismo in merito all’accesso ai mutui
Nel corso dell’ultimo anno, segnala la federazione, è cresciuto di ben il 13,8% il numero di nostri connazionali interessati ad acquistare l’abitazione. Questo non significa che si tratta in tutti i casi di persone alle prese con la ricerca attiva di un immobile. In molti casi si tratta delle prime manifestazioni d’interesse, dettate soprattutto da due fattori: da una parte l’andamento del mercato delle locazioni, con la crescita dei prezzi che non accenna a fermarsi, dall’altra il minore costo del tasso di interesse sui mutui.
A quest’ultimo proposito, l’Osservatorio di MutuiOnline.it, così come le rilevazioni periodiche della Banca d’Italia, segnalano che già da qualche mese si è fermata la crescita dei tassi e – soprattutto in relazione al variabile – vi è stata un’inversione di tendenza, destinata ad accelerare nei mesi a venire. Infatti, fino ad ora la Banca centrale europea non ha promesso tagli dei tassi ufficiali, per cui il mercato ha fatto solo qualche piccola limatura, ma quando saranno disponibili i prossimi dati sull’inflazione (a fine mese) e sull’andamento dei salari (a marzo) una presa di posizione risulterà probabilmente non più rinviabile.
Migliora il sentiment per il 2024
Tornando all’indagine della Fimaa, nel corso del 2023 le compravendite hanno vissuto una fase di transizione, ma il sentiment sull’ultimo quadrimestre è risultato in miglioramento e questo fa ben sperare per l’anno in corso. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate infatti evidenziano che nei primi nove mesi dell’anno le vendite sono calate dell’11,8% ma, stando alle rilevazioni degli associati Fimaa, il divario nell’arco dell’intero anno si ridurrà al 10,6%.
I prezzi della abitazioni registrano un aumento dell’1,8%, grazie soprattutto alla spinta delle abitazioni nuove (che a ottobre 2023, secondo l’Istat, hanno registrato un +8%). Questo dato, spiega Santino Taverna, presidente di Fimaa, dimostra che chi cerca casa presta sempre più attenzione a unità immobiliari efficientate energeticamente per un risparmio sui costi di gestione.
Se si fa un confronto con il 2010, le abitazioni nuove hanno accresciuto il loro valore del 22,6% al lordo dell’inflazione. Eppure, la quota di case nuove vendute rispetto al totale si è dimezzata nell’arco di questi tredici anni, chiudendo il 2023 al 17,7%. “Colpa” soprattutto della carenza di offerta, che si è rivelata in particolare negli ultimi anni, da quando vi è stata un’impennata dei prezzi delle materie prime, che ha spinto molti sviluppatori a rallentare i cantieri e altri a rinviarne l’avvio. Una stagione seguita dall’aumento brusco dei tassi d’interesse, che ha avuto come effetto un più difficile accesso ai mutui.
Tra i fattori che trainano il mercato ci sono i canoni di locazione alti e la forte richiesta di abitazioni in locazione che spingono molti piccoli e medi investitori a puntare sull’acquisto di abitazioni da mettere a reddito (58,4%). I grandi investitori cercano invece immobili da mettere a reddito nelle prime location urbane o turistiche (6%). Il 22,9% degli associati Fimaa ritiene determinante l’alto tasso di inflazione, mentre il 6% degli intervistati ritiene che un eventuale calo dei tassi bancari determinerà un aumento di transazioni.
Le ragioni che frenano gli acquisti
Non mancano i motivi di preoccupazione. A frenare gli scambi, spiegano da Fimaa, ci sono in primis gli elevati costi di ristrutturazione (si è espresso in questa direzione il 44,7% degli intervistati), quindi il timore per la congiuntura economica, poi i tassi dei mutui e l’occupazione (36,1%).
Per quanto riguarda le attese sulla prima parte del 2024, circa la metà degli agenti Fimaa (il 45,2%) ritiene che il numero di transazioni calerà. La percentuale comunque si riduce in maniera sensibile rispetto alla rilevazione precedente (era al 61,5%), mentre crescono sia le aspettative di stabilità (38,7%) e sia quelle di un aumento (16%).