Con l’home staging la casa si vende prima e meglio
Come massimizzare il valore della casa che si intende vendere o concedere in locazione? La risposta arriva dall’home staging, strategia di marketing che si va sempre più diffondendo non solo tra le società immobiliari, ma anche tra i privati, delle grandi, come delle piccole città.

Rifare il trucco alla propria casa con l’obiettivo di venderla o affittarla a un prezzo interessante. È il cuore dell’home staging, strategia di marketing che si va sempre più diffondendo non solo tra le società immobiliari, ma anche tra i privati, le cui tecniche è possibile apprendere anche frequentando corsi ad hoc.
Questione di gusto
Si sa che le scelte di arredamento e di stile sono sempre soggettive, ma ci sono alcune scelte che obiettivamente consentono di rendere più presentabile la propria casa. Creare una scenografia adeguata è possibile anche senza investire necessariamente grandi cifre: per una casa ristrutturata e in buone condizioni, può bastare qualche centinaio di euro.
È importante agire in due direzioni: in primo luogo spersonalizzazione gli ambienti (soprattutto se l’obiettivo è vendere l’immobile), eliminando gli oggetti personali per creare uno spazio neutro in cui l’acquirente possa immaginare una propria personalizzazione; quindi procedere con l’allestimento, che può coinvolgere – al tempo stesso o in alternativa, a seconda del budget di spesa – l’illuminazione, l’arredamento, la disposizione dei mobili e le decorazioni. Ma non finisce qui: altrettanto importante è la resa, quindi occorre realizzare foto e/o video di qualità tali da valorizzazione al massimo gli ambienti.
I risultati? Secondo le rilevazioni dell’Associazione nazionale home staging lovers, un intervento ben fatto porta a vendere casa mediamente in 36 giorni contro i circa sei mesi delle vendite immobiliari in Italia considerate nel loro insieme. Inoltre, l’invenduto si ferma al 4%, un fatto fisiologico considerato che comprende anche le situazioni di prezzi esagerati rispetto al resto del mercato. Bene anche lo sconto (rispetto al prezzo iniziale) praticato, che si ferma al 3%, contro il 10% circa di tutte le vendite nella Penisola.
Home stager si diventa
Fin qui indicazioni pratiche e numeri, che spesso soffrono di un eccesso di semplificazione rispetto alla realtà, dato che un conto è pensare di mettere in piedi una scenografia adeguata, un altro è farlo davvero secondo il punto di vista della controparte. Ed è per questa ragione che nel tempo si sono diffusi i corsi per formare home stager, figure che si differenziano sia dall’architetto, sia dall’interior design non solo in quanto slegati dalla formazione universitaria e dall’iscrizione a ordini professionali, ma anche per le specificità. Avendo come obiettivo la valorizzazione economica dell’immobile, l’home stager non può limitarsi alla conoscenza delle tecniche di arredo e progettazione degli spazi, ma deve anche studiare il mercato immobiliare e conoscere il target di riferimento, in modo da mettere a punto la soluzione più adeguata alla luce della domanda. Il suo lavoro parte dallo studio del target di riferimento e dall’analisi dei valori immobiliari, per poi proseguire con la scrittura di budget realistici, prima ancora di dedicarsi all’allestimento vero e proprio.
I corsi di home staging
La già citata Home Staging Lovers forma questi professionisti attraverso corsi e workshop che si svolgono soprattutto a Milano, Roma e Bologna. C’è poi lo Ied, circuito di scuole specializzate negli ambiti del design, che nelle principali città organizza il corso di Specializzazione in home staging, “finalizzato ad ottenere una preparazione adeguata ed efficace per realizzare interventi di valorizzazione immobiliare in abitazioni in vendita o in affitto, locazione di locali commerciali, uffici, ristoranti, alberghi, case vacanza e bed& breakfast”, per usare le parole della scuola nella sua scheda di presentazione. Il corso è diviso in quattro moduli principali, due di natura strumentale e metodologica, dedicati all’acquisizione degli strumenti e delle metodologie di sviluppo e organizzazione di un progetto, gli altri due di natura progettuale e narrativa, che servono a implementare le competenze acquisite nella prima parte del corso con dei progetti di casi reali.
Mentre l’Accademia Italiana di Staging & Redesign organizza un corso su Zoom per chi non vuole spostarsi da casa o dall’ufficio. In tutto sono previste 15 lezioni della durata di due ore l’una, durante le quali si insegna a sviluppare un progetto completo di redesign turistico, partendo dalla progettazione degli spazi e dell’arredamento per concludere con il servizio fotografico professionale. Dalla definizione dello stile alla creazione di palette cromatiche, alla scelta di arredi, tessili e complementi fino ai piccoli tocchi capaci di colpire il visitatore. A completare il percorso formativo, esercitazioni pratiche, interazione costante con i docenti e video corsi di approfondimento.