TEG - Tasso Effettivo Globale
Il TEG, acronimo di Tasso Effettivo Globale, indica il costo complessivo di un finanziamento, secondo quanto stabilito dalla legge 108/96. Viene espresso in percentuale su base annua.

Il TEG, acronimo di Tasso Effettivo Globale, indica il costo complessivo di un finanziamento, come ad esempio un mutuo, secondo quanto previsto dalla legge 108/96. Oltre questo tasso, scatta il tasso usurario. La Banca d’Italia prende, infatti, come riferimento il TEG per definire i tassi usurari. Questi ultimi vengono calcolati mediante il TEGM, acronimo di Tasso Effettivo Globale Medio, che viene a sua volta determinato dalla media dei tassi effettivi applicati sui finanziamenti, ampliandolo di un quarto e aggiungendo ulteriori quattro punti percentuali.
Il TEG, associato a un finanziamento, viene espresso in percentuale su base annua. Il TEG comprende la somma finanziata, i relativi interessi che andranno corrisposti all’istituto di credito e le spese accessorie. Include anche possibili tassi promozionali e di ingresso di un mutuo. Non rientrano, invece, in questa voce le spese assicurative e quelle legate a imposte e tasse. Sono esclusi anche gli interessi di mora e gli oneri assimilabili contrattualmente previsti per il caso di inadempimento di un obbligo. Il TEG differisce, dunque, dal TAEG, che indica, invece, il costo totale a carico di un consumatore in quanto include tutti gli interessi e gli oneri di cui bisogna farsi carico quando si accede al credito.
Secondo la Banca d’Italia, il TEG, con cui si indicano gli oneri calcolati dalla banca quando si sottoscrive un contratto di mutuo o prestito, viene determinato attraverso una specifica formula: (interessi x 36500 / numeri debitori) + (oneri x 100 / accordato).
Gli interessi sono quelli applicati al finanziamento; i numeri debitori sono dati dal prodotto tra i capitali e i giorni. Gli interessi vanno moltiplicati per il numero dei giorni che forma un anno civile moltiplicati per 100 e diviso per i numeri debitori. Bisogna poi sommare le spese a cui il debitore fa fronte durante tutto il periodo del mutuo, ossia gli oneri, e il tutto va diviso per il cosiddetto accordato, che altro non è che il mutuo pattuito all'atto della stipula del contratto.
Ultimo aggiornamento gennaio 2022