Stop alla cessione dei crediti? La soluzione arriva dal mutuo ristrutturazione
Se la prorità è riattivare i lavori dopo il blocco imposto dall'incertezza della nuova normativa, la risposta è nella sottoscrizione di un mutuo ristrutturazione. Che consente ampia detraibilità e soprattutto non si espone a interpretazioni a rischio.

Per chi ha acquistato casa confidando di poterla ristrutturare con zero spese grazie ai bonus edilizi, ma si trova bloccato dalle novità normative introdotte dal decreto Sostegni-Ter, ma anche per chi semplicemente valuta un finanziamento per migliorare il proprio immobile. Il mutuo ristrutturazione è un’opzione da prendere in seria considerazione sia per i tassi bassi che lo caratterizzano, sia per i benefici fiscali connessi. Proviamo a vedergli nel dettaglio.
Stretta anti-truffe
La stretta alle cessioni multiple dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi sta creando il panico sul mercato. La misura è stata introdotta dal Governo dopo le numerose truffe emerse nelle ultime settimane, ma il risultato è stato che molti intermediari finanziari hanno sospeso l’attività in attesa di chiarimenti normativi. Vale per il Superbonus 110%, per il Sismabonus e per il Bonus Facciate, tre misure che negli ultimi mesi hanno registrato grande interesse tra le famiglie italiane.
I benefici fiscali
Chi decide di accendere un mutuo ristrutturazione può contare su una serie di vantaggi di non poco conto. Se l’immobile oggetto dei lavori è destinato a essere usato come abitazione principale, è possibile detrarre in sede di dichiarazione Irpef il 19% degli interessi e degli oneri accessori al mutuo, calcolato su un ammontare massimo di 2.582,28 euro. Gli oneri detraibili sono gli stessi previsti ai fini dell’acquisto di immobili.
La normativa considera interventi di ristrutturazione quelli “soggetti a concessione edilizia, volto a trasformare un organismo edilizio già esistente attraverso un insieme sistematico di opere in un organismo in tutto o in parte diverso dal precedente”.
La detrazione è ammessa a condizione che i lavori di costruzione abbiano inizio nei sei mesi antecedenti o nei diciotto mesi successivi alla data di stipula del contratto di mutuo.
I costi
A differenza dei prestiti, che sono soggetti a una burocrazia più snella, ma comportano il pagamento di interessi del 6-8%, i mutui ristrutturazione di solito vengono concessi alle stesse condizioni previste per i mutui finalizzati all’acquisto della prima casa. Secondo le rilevazioni di Segugio.it, oggi è possibile trovare offerte anche intorno all’1%.
Quanto all’ammontare, lo scenario cambia da una banca all’altra, ma in linea di massima è possibile effettuare lavori che costano fino al 50% del prezzo d’acquisto dell’immobile. La quota può anche salire del 10-15%, ma di solito gli istituti di credito chiedono che il mutuatario sottoscriva una polizza di credit protection che garantisca il pagamento delle rate anche in caso di perdita del lavoro. Inoltre, la durata del finanziamento quasi mai supera i 20 anni contro i 40 dell’acquisto.
Le modalità di erogazione
Trattandosi di lavori che richiedono un certo lasso di tempo, al contrario del contratto di compravendita che si concretizza con l’atto notarile, nel caso della ristrutturazione le erogazioni sono periodiche, legate al pagamento delle fatture ai professionisti. In sostanza viene seguito lo stato di avanzamento dei lavori, sul quale vigila il perito della banca.