Mutui e tassi, la Fed frena sui tagli a gennaio e marzo: il primo a giugno
Mutui più convenienti con i tassi che scenderanno ancora se la Bce, come si ipotizza, taglierà il costo del denaro dello 0,25% a gennaio. Intanto, gli ultimi dati Usa spingono l’americana Fed a rinviare la prima riduzione degli interessi a giugno, rinunciando ai tagli previsti a gennaio e marzo.

L’americana Fed cambia rotta: congelati i due tagli dei tassi di interesse ipotizzati a gennaio (la riunione è in calendario a fine mese) e a marzo. La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, procederà con un ribasso del costo del denaro probabilmente a giugno. Non prima.
Fed cauta: l’inflazione sale e il mercato del lavoro corre troppo
A Washington premono sul pedale del freno per un taglio dei tassi a inizio 2025, dopo che il mercato del lavoro a stelle e strisce sta correndo più delle attese: 256mila posti di lavoro creati a gennaio, contro i 165mila previsti.
Il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% su base stagionale, portando il tasso di inflazione a 12 mesi al 2,9% a dicembre, in aumento rispetto al 2,7% di novembre. Una crescita prevista dagli analisti. Tanto che, al momento, questa risalita dell’inflazione non allarma la Fed.
Tuttavia, escludendo i generi alimentari e l’energia, secondo l’indice CPI (Consumer Price Index), l’inflazione core è stata del 3,2% a dicembre, in calo rispetto al mese precedente e leggermente migliore rispetto alle previsioni del 3,3%. Quest’ultimo dato è “più debole del previsto” e dovrebbe contribuire “a raffreddare i timori di una riaccelerazione dell’inflazione”, hanno commentato da Goldman Sachs Asset Management.
Gran parte del rialzo del CPI è stato causato da un aumento del 2,6% dei prezzi dell’energia a dicembre, spinto da un’impennata del 4,4% della benzina.
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Federal Reserve: taglio dei tassi rinviato a giugno
L’economia americana gode di buona salute e l’ingresso il 20 gennaio di Donald Trump alla Casa Bianca, con i suoi annunci su dazi all’import, stretta su immigrazione e tariffe, sono fattori che spingono la Federal Reserve a muoversi con prudenza in materia di allentamento della politica monetaria, quantomeno nel primo trimestre dell’anno.
Da qui prende corpo la previsione di un taglio dei tassi a giugno, con tanti analisti che non escludono l’eventualità che possa essere anche il solo del 2025.
Lo scorso 18 dicembre, la Banca centrale Usa ha ridotto i tassi dello 0,25%. Commentando questo ribasso, il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva definito la decisione come la “più incerta delle precedenti”, aggiungendo che la Federal Reserve sarà in futuro “più cauta su ulteriori tagli”.
Prima di Natale, i membri della Fed avevano anticipato che, nel 2025, ci sarebbero stati due tagli di un quarto di punto ciascuno, ovvero la metà rispetto ai quattro annunciati a settembre. Ora, secondo diverse fonti, alla luce degli ultimi dati disponibili e dell’effetto Trump, i banchieri centrali sono più concordi su un solo taglio per quest’anno, anche se i “falchi” preferirebbero che non si operi nessuna riduzione del costo del denaro.
Bce orientata verso il primo taglio dei tassi del 2025
Mentre la Federal Reserve si schiera sulla linea della circospezione, la Bce è orientata a tagliare i tassi di interesse (si prevede dello 0,25%) nel corso della riunione del board in programma il 30 gennaio.
Per la Banca centrale di Francoforte, l’economia dell’Eurozona ha bisogno di una scossa e, con un’inflazione sotto controllo, una diminuzione dello 0,25% del costo del denaro è una scelta di politica monetaria sostenibile. Un taglio dei tassi si tradurrebbe in un’ulteriore discesa degli interessi sui mutui casa, con beneficio per chi intenda acquistare un immobile, o procedere con una surroga mutuo in corso.
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