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Mutui, con i tassi ai minimi cresce l’importo medio richiesto

Pubblicato il 15/10/2019

Aggiornato il 17/10/2019

Mutui, con i tassi ai minimi cresce l’importo medio richiesto

A settembre, l’Euribor fa segnare nuovi minimi raggiungendo il -0,42% a 1 mese e il -0,45% a 3 mesi. Ciò nonostante, il mutuo a tasso fisso (legato all’Eurirs, anch’esso in calo nell’ultimo anno, ma leggermente in salita nell’ultimo mese di rilevazione) rimane la scelta preferita delle famiglie italiane. Che, complice il valore ai minimi storici degli interessi, oggi chiedono un importo finanziabile più alto. È quanto rileva l’ultimo Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it.  In particolare, l’importo medio richiesto per il mutuo è schizzato a 143.153 euro, contro i 131mila di fine 2018 e i 125mila di inizio 2015 (allora i tassi fissi e variabili viaggiavano rispettivamente intorno al 3,5% e al 2%). Anche l’erogato medio è salito: 128.256 euro quest’anno, contro i 127.787 del 2018 e i 116.429 di cinque anni fa.

Le migliori offerte

Nell’ultimo anno, complice a politica monetaria ultra-espansiva della Banca centrale europea, i tassi medi di mercato sono scesi sensibilmente, raggiungendo valori medi pari a 1,62% per il fisso e allo 0,87% per il variabile. Ma è tra agosto e settembre che alle famiglie italiane si sono presentate le migliori occasioni. Soprattutto per quanto riguarda il tasso fisso, che ha raggiunto ad agosto il minimo storico a 1,17% (a gennaio era all’1,94%), per poi risalire leggermente all’1,27% il mese successivo (il variabile, invece, è oscillato poco durante l’anno, per attestarsi a settembre allo 0,86%). Così, oggi a Milano si può chiedere un mutuo di 100mila per acquistare una casa che ne vale 200mila e pagare a 10 anni un Taeg (Tasso annuo effettivo globale) fisso dello 0,82% per una rata mensile di 855 euro (simulazione effettuata sul comparatore www.mutuionline.it). Interesse che sale fino allo 0,98% (per una rata di 313 euro al mese) se si estende la durata del finanziamento a 30 anni. Utilizzando gli stessi parametri per un mutuo a tasso variabile, invece, a 10 anni si pagherebbe un Taeg dello 0,50% (841 euro di rata mensile) e a 30 anni dello 0,62% (291 euro di rata mensile).

Cresce il finanziamento medio

Il basso costo del finanziamento sta spingendo le famiglie a indebitarsi maggiormente. Le richieste di mutui per la classe di importo compresa tra i 100mila e 150mila rappresentano quest’anno il 33,5% del totale, contro il 31,8% dello scorso anno. In crescita anche la quota di mercato delle classi 150mila-200mila (17,6% rispetto al 15,6% del 2018) e oltre 200mila (12,1% contro il 10,2%). Calano, invece, le fasce 50mila-100mila (31,9% contro il 36%) e meno di 50mila (4,9% contro il 6,4%). Un trend che trova riscontro solo in parte in termini di erogato: le classi 150mila-200mila e oltre 200mila che fanno registrare un leggero incremento, mentre la fascia 100mila-150mila perde quote di mercato (32,2% rispetto al 33,4% dello scorso anno).

Il loan to value si abbassa

Se da un lato cresce l’importo medio richiesto ed erogato, dall’altro lato la percentuale di finanziamento richiesto rispetto al valore dell’immobile (il cosiddetto loan to value, Ltv) si abbassa. È l’effetto dei tassi ai minimi storici, che sono più convenienti per Ltv più bassi. Per fare un esempio, se per un immobile sito a Milano valutato 200mila euro si chiede un mutuo a 10 anni (Loan to value 50%) si paga una tasso fisso (Taeg) dello 0,82%; ma se si chiede un finanziamento, sempre a 10 anni, di 160mila euro (Ltv 80%), il Taeg sale all’1,02%. Per questo, nel III trimestre 2019 sono cresciute le richieste di mutui con un Ltv compreso nella fascia tra il 40% e il 70%. Entrando più nel dettaglio, i finanziamenti con un Ltv tra il 41 e il 50% hanno rappresentato il 17,1% del totale (erano il 15% nel trimestre precedente), quelli con un Ltv tra il 51 e il 60% sono saliti al 14,6% (contro l’11,1%), e quelli con un Ltv tra il 61% e il 70% si sono attestati al 21,8% (contro il 16,7%). Un trend che, anche in questo caso, non trova riscontro in termini di erogato: solo i mutui con un loan to value compreso tra il 41% e il 50% hanno fatto registrare un incremento.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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