La BCE taglia i tassi: cosa cambia per conti e mutui

L'ultimo taglio dei tassi operato dalla BCE ha destato discreta sorpresa sui mercati. Un taglio che è stato festeggiato dalle borse, ma che avrà bisogno di tempo per riverberare i suoi effetti sull'economia reale.
Secondo la maggioranza degli esperti, infatti, la mossa di Mario Draghi ha più che altro un valore simbolico, essendo un chiaro segnale teso ad indicare il fatto che la Banca Centrale Europea ha tutta l'intenzione di tenere bassi i tassi di interesse ancora a lungo, se ciò dovesse servire a dare un aiuto all'economia dell'Eurozona ancora in evidente affanno.
Ad avvantaggiarsi saranno sicuramente gli istituti bancari, i quali avranno la possibilità di finanziarsi presso la BCE a condizioni ancora più favorevoli riaprendo di conseguenza a famiglie e imprese. Una mossa che nelle intenzioni di Draghi dovrebbe quindi evitare un inasprirsi del credit crunch, anche se esistono molti dubbi al riguardo.
Per quanto riguarda i conti, la riduzione di un decimo potrebbe comportare qualche svantaggio in particolare per tutti coloro che hanno optato per un conto di deposito sul quale riversare i propri risparmi. Se proprio a settembre le ultime rilevazioni avevano indicato all'1,8% il tasso medio di interesse a dodici mesi, per effetto di questo ultimo provvedimento c'è da attendersi una ulteriore sforbiciata. In pratica la mossa della BCE svantaggia ulteriormente chi vorrebbe investire la liquidità di cui è in possesso. Secondo gli esperti ad essere colpiti in maniera particolare saranno proprio i conti di deposito, in quanto non solo i rendimenti dei conti liberi saranno adeguati al nuovo regime, ma anche quelli vincolati, scadendo, vedranno l'applicazione di nuovi tassi più conformi e di conseguenza svantaggiosi rispetto quelli preesistenti.
Saranno invece coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile ad avvantaggiarsi della decisione di Mario Draghi, in particolare coloro che ne hanno uno ancorato al tasso BCE, i quali vedranno ridursi la rata da pagare. Anche chi prevede di contrarre un mutuo nei prossimi mesi potrebbe ricavare condizioni più favorevoli, con mutui che sono ormai caratterizzati da spread inferiori al 2%, con quelli a lungo periodo (20 o 30 anni) già sotto la soglia del 4%. Resterà invece invariata la situazione per tutti coloro che hanno un mutuo a tasso fisso.