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Mutui: cosa succede ai tassi di interesse

Pubblicato il 23/10/2018

Aggiornato il 17/12/2018

Mutui: cosa succede ai tassi di interesse

Un andamento al rialzo dei tassi di interesse è abbastanza normale se si pensa che si arriva da un periodo di minimi da record, ma quello che bisogna chiarire è che a determinare l’inversione di tendenza dei tassi fissi di questi ultimi giorni non è stato il tanto temuto rialzo incontrollato dello spread.

Le dinamiche dei mutui dipendono dagli indici Eurirs ed Euribor, i valori ai quali si agganciano rispettivamente tasso fisso e tasso variabile, il cui andamento è strettamente correlato alla decisioni prese in materia di politica dei tassi applicata dalla Bce. Nello specifico, l’Euribor si alza quando la Bce alza i suoi tassi di interesse attraverso una stretta monetaria, mentre non è in alcun modo legato ai tassi di interesse che i vari paesi europei pagano sul proprio debito pubblico.  Questo almeno a livello di calcolo spicciolo, perché esistono altre componenti che invece rischiano di creare un effetto domino su ogni aspetto della nostra economia.

Come lo spread può influire sulla politica delle banche

Basti pensare al clima di ritrovata fiducia delle famiglie e di apertura delle banche che hanno segnato in maniera importante la ripresa del mercato immobiliare, con mutui più alla portata e prezzi delle case in costante ribasso. Quello stesso clima adesso rischia di perdersi, perché le recenti tensione politiche e le scelte del nuovo Governo hanno inevitabilmente influito sull’andamento dei mercati, non ultimo quello immobiliare. Il rischio percepito e l’incertezza richiamano il sentiment degli anni 2012-2013, quando lo spread era schizzato da 150 a 550 punti e i tassi dei mutui erano saliti fino al 2% in più, andando a gravare sui bilanci famigliari per 1.500-2.000 euro annui. La situazione è poi rientrata grazie agli aiuti messi in campo dalla Bce e la ben nota politica di Quantitative easing, che adesso però sta per terminare, lasciando intendere che la situazione non sarà più tanto favorevole per le banche.

I rincari del tasso fisso

I primi aumenti si sono visti nelle ultime settimane e riguardano esclusivamente il tasso fisso, cresciuto a causa di un leggero aumento dei valori dell’Irs di riferimento sul mercato europeo. Alcuni istituti di credito, in tutta risposta, hanno reagito correggendo al rialzo i loro rendimenti sui mutui a tasso fisso, cresciuti tra lo 0,15 e lo 0,25%. Non a caso, gli aumenti hanno colpito il prodotto di punta del mercato anche dopo i primi lievi apprezzamenti di inizio anno, il tasso variabile ha continuato ad essere la scelta degli italiani nell’83,6% dei casi.

La condizione del tasso variabile

A non dare alcun cenno di rincaro sono invece i tassi variabili, che mentre toccano il minimo storico di richieste ed erogazioni (14,8% e 11,3% rispettivamente secondo l'Osservatorio di settembre di MutuiOnline.it) non aumentano grazie a un Euribor immobile ormai da due anni a questa parte. Si aggiunga che dalla Bce arriva la rassicurazione che i tassi zero continueranno fino all’estate del prossimo anno e anche qualora si alzassero, arrivare a valori positivi e anche superiori all’1% non sarà un attimo. Ecco che la scelta del tasso variabile potrebbe essere strategica nel caso si prendesse in considerazione un mutuo con tempi non troppo lunghi.

Un esempio di fisso verso variabile

Una delle condizioni per assicurarsi un mutuo a tassi convenienti è sicuramente sceglierlo partendo da un confronto tra tutte le offerte delle banche sul mercato. Un modo per farlo è servirsi di un comparatore online come Segugio.it, che grazie alla collaborazione con decine di istituti partner riesce a garantire le migliori condizioni della rete. Sono a titolo di esempio, mettiamo a confronto il costo di un mutuo a tasso fisso e di uno a tasso variabile in data 16 ottobre.

Se supponiamo che a richiederlo sia un quarantenne milanese che necessita di 100.000 euro a 15 anni per un valore della casa di 200.000 euro, allora la scelta migliore sarà quella della Banca Credem. Mutuo Tasso Fisso ha una rata mensile di 602,90 euro al Tasso Fisso dell’1,10% e Taeg 1,50%. Le spese di istruttoria sono di 1.200,00 euro, quelle di perizia 280,00 euro.

Se si scegliesse di optare per un tasso variabile, allora la scelta ricadrebbe su Intesa Sanpaolo e Mutuo Domus Variabile. La rata mensile da corrispondere è di 573,81 euro al Tasso variabile dello 0,43% (Euribor 1M+0,80%) e Taeg 0,69%. Spese di istruttoria e perizia sono rispettivamente di 550,00 e 320,00 euro. Per le domande di mutuo sottoscritte nel mese di ottobre la Banca offre uno sconto di tasso pari allo 0,75% rispetto alle condizioni economiche riportate nelle Informazioni Generali vigenti al momento della stipula del mutuo e uno sconto pari allo 0,80% solo per le durate 6 - 10 - 15 anni e loan-to-value minore o uguale al 70%. 

A cura di: Paola Campanelli

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